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Pubblicazione Jacob Taubes Escatologia occidentale

Prefazione di Michele Ranchetti A cura e con un saggio di Elettra Stimilli

Quale senso può avere la storia dopo l’Apocalisse delle guerre mondiali, la Shoà e Hiroshima? Per rispondere a una domanda che rivela ogni giorno di più la sua tragica attualità (e per comprendere Auschwitz come elemento necessario e non come eccezione), Jacob Taubes ha scelto una prospettiva antistorica.
Ebreo – e quindi appartenente a quel «popolo del tempo» sottratto al radicamento nello spazio – Taubes traccia una folgorante storia dell’escatologia nel pensiero dell’Occidente, da Giovanni, Paolo e Agostino a Gioacchino da Fiore, da Hegel e Marx a Kierkegaard e Nietzsche, come resa dei conti con un ciclo senza possibilità di riapertura.
Per questo «apocalittico della rivoluzione» (così si definiva Taubes) che sfida il pensiero del Novecento sia sul versante teologico sia su quello più propriamente filosofico, si tratta di interrogare il percorso della storia in quanto disvelamento della verità, ma usando strumenti ma usando strumenti che ne rivelino il suo stesso limite: il tempo, l’origine, la fine. L’éschaton si manifesta così come la dimensione in cui si possono ritrovare, in inscindibile unità, il primo e l’ultimo, il passato e il futuro.