A cura di Giorgio Fazio e Federico Lijoi
Walter Benjamin, Hans Kelsen, Leo Strauss, Karl Löwith e Jacob Taubes sono i cinque filosofi che i curatori di questo volume hanno scelto di porre sullo sfondo del comune riferimento critico a Carl Schmitt. Si tratta di protagonisti indiscussi del Novecento filosofico e, allo stesso tempo, di testimoni in prima persona dei suoi drammi e delle sue tragedie.
I saggi qui raccolti, corredati di un commento che ne illustra il contesto storico e teorico, testimoniano l’incidenza che il pensiero di Carl Schmitt ha avuto su alcuni degli intellettuali più acuti del Novecento ebraico-tedesco, in una forma che va dall’ammirazione critica, come nel caso di Benjamin, Strauss e Taubes, al rifiuto netto, come in quello di Kelsen e Löwith.
L’inedito accostamento tra questi testi permette di cogliere come ciascuno di questi filosofi abbia individuato nella critica della teologia politica di Carl Schmitt il varco attraverso cui penetrare nella dimensione più ambigua e ideologica del suo pensiero, avviando così un lavoro di attenta discussione critica della sua concezione della sovranità.
Un tipo di approccio critico, quello sviluppato da questi autori, che in un tempo come il nostro si rivela più che mai prezioso, dal momento che i demoni della sovranità e delle teologie politiche che la nutrono sono tornati a calcare minacciosamente la scena della nostra contemporaneità.